Se è vero che un pittore parla con i propri dipinti, il mio ultimo piccolissimo dipinto “HOPE” (dimensioni 19 x 20 cm) sicuramente è una delle opere che meglio esprime le mie sensazioni e i miei sentimenti di questi tempi. Periodo non facile questo, di incertezza geopolitica, economica, sanitaria, climatica.. eppure noi esseri umani esistiamo perchè pieni di speranza.
“Hope”, la Speranza, è un piccolo bambino che scruta intensamente dinnanzi a sè quasi abbagliato eppure pieno di vita e di potenzialità. Ho appena finito questo dipinto e, al momento, ne sono innamorata! Vi piace?
Hope fa parte della mia serie “Regine di Fiori”.
HOPE, dipinto olio su tela di Sara Calcagno, 19 cm x 20 cm
Still life with pumpkin and sunflowers. Oil painting by Sara Calcagno, 30 x 40 cm. Last autumn I painted this still life study with pumpking and sunflowers in one session.. only in a second moment, I refined the painting.
I love autumn color and autumn fruits and vegetables. I love autumn. I think maybe is my favorite season together with late spring.. Anyway, if you think about it, both autumn and late spring are magical moments for nature! Lots of different seasonal fruits and flowers are at their best and very mature and so rich in their colors. The painting has already found a collector.
With this painting I tried to paint the idealized memory of a peony garden: the dream of a peony garden. It is a study and it isn’t so big but neither so small.. I enjoyed with experimenting on this piece.. I finished it some days ago.
Peonies are such a poetic flower, with all those gigantic light petals. They amaze with their size and with their splendour. I adore going in peony gardens and absorbing their energy and their beauty. They are such beautiful and poetic flowers! For some years, in the past, I lived in Montefiascone (Viterbo, Italy) and in april and may I used to go very often to Centro Botanico Moutan in Vitorchiano. There they grow all kinds of peonies, they say they have the biggest collection of chines peonies in Europe! I don’t know, if it’s the biggest. For sure it is astonishing. They have such a gorgeous collection .. you can litterally walk among peonies high like yourself for hours.. This year I would have loved to go again but due to covid lockdown, we couldn’t move from our region. Pity but it will be for next year! I was lucky that my neighbor has the most amazing peonies and I could make so many pics.
Hope you will enjoy this study. It was funny to paint it and the result is what I expected, a little bit dreamy and ethereal.
Peonies’ Dream, oil on canvas by Sara Calcagno, 41 x 22 cm
I love the mountains. I adore that sensation you feel, when you’re arrived at your goal and the stunning landscape all around you repays you for all your effort. What makes us overcome our limits? What makes us going always a little further and wanting to discover always new places? What is that need of adventure, that need of strong emotions and strong feelings always pushing us towards the unknown? This painting represent some of us ..those, for those is true the quote by Robert Frost “Two roads diverged in a wood and I, I took the one less traveled by. And that made all the difference”.
In this painting I wanted only two main character and one subject. The first character is for sure the amazing location in all its triumphant beauty (the Italian Alps in Aosta Valley, Italy). The second character is my model, representing all of us with the same spirit.. And here we are at the subject: the need for infinity, for new discoveries, the adventurer in the sense intended in the XIX century, the one I feel so near my soul.
About the amazing alpine landscape seen from the top of the mountains, of course is an homage to Caspar David Friedrich famous one, the Wanderer above the Sea of Fog, dating 1818. The figure represents for sure the artist, and all people like me in need for infinity with the particular adventurous spirit, with a romantic approach to life.
I am totally in love with the alpine landscapes and with the Aosta Valley, that I live since I was a child and where I have dear friends and dear memories.
The New Romantics, Painting by Sara Calcagno, oil on canvas, 76 x 35 cm
The Dreamers is the first painting of a new series I’m working on in these months.
Two lovers are just resting after love. They enjoy the sun, they enjoy nature, they enjoy life.
This painting is a celebration of life, of love and of beauty.
The Dreamers is a painting oil on canvas, 27,5 x 39,4 inches ( 70 x 100 cm).
The Dreamers is available for sale. For more information do not hesitate to contact me via PM to my WhatsApp no. +393489136889 or to my email address sara.calcagno@gmail.com.
One my last projects is the one “selfies with the Masters”.. and, after a self portrait with Rembrandt and the very uncomfortable one with Caravaggio… now on my easel there is a new self portrait with a great master of the Past: Alma Tadema.
Ecco la traduzione in italiano del magnifico discorso di Fred Ross sulla rinascita del Realismo nell’arte. Fred Ross è fondatore e presidente della benemerita fondazione americana Art Renewal Center (ARC). E’ una lunga lettura ma vi assicuro che ne vale la pena!
Siamo arrivati anche quest’anno al Natale e, in questo periodo, è quasi una tradizione che io dipinga un soggetto natalizio (in foto solo un dettaglio del dipinto).
Quest’anno ho scelto una natura morta molto ricca di oggetti. Una stella di natale, un orsachiotto, uno schiaccianoci, un pupazzetto che danza, diversi libri, un piccolo angioletto da appendere all’albero, del nastro natalizio, delle pigne, una candela accesa, una tazza di tè, delle palline di natale sparse, un taccuino, una penna, una lampada e poi stoffe, due quadri natalizi, una scatola di biscotti.
Nel dipinto ho cercato di dare un aspetto a quello che per me è lo spirito natalizio, la magia del Natale, la magia che tutti noi da bambini immaginavamo e che la bambina dentro di me immagina anche oggi.
E dunque.. la possibilità che questi pupazzi inanimati nelle notte delle feste possano prendere vita e danzare, suonare, parlare…
Tutto ciò che è possibile immaginare è possibile, qualcuno disse .. Sicuramente lo è per me in un mio dipinto rendo possibile l’impossibile e lascio parlare la bambina dentro di me che cin gli occhi sgranati vede e si aspetta la magia…
Dopo diversi studi su Rembrandt, Velazquez ed ultimamente, uno su Caravaggio .. è arrivata la volta di Roberto Ferri.
Roberto Ferri è uno dei pittori contemporanei che preferisco, i suoi dipinti hanno una forza ed un’energia che pochi pittori riescono ad eguagliare.. E, come se non bastasse, ho la immensa fortuna di averlo come maestro. Con lui ho già fatto diversi master di pittura, l’ultimo la scorsa primavera.
E siccome, quando si ha a che fare con un pittore così straordinario, non si smette mai di imparare … eccomi a studiare ora uno dei suoi capolavori.
Ho iniziato con il disegno di uno stupendo cavallo di un suo dipinto molto grande: I Cavalieri dell’Apocalisse (Roberto Ferri 2011).. Un’opera che a suo tempo vidi anche dal vero, a Roma.
Il dipinto di Roberto Ferri è un capolavoro. Spero che vi piaccia (almeno un po’) anche il mio disegno.
Studiare i giganti della storia dell’Arte e dell’Arte Contemporanea è sicuramente un modo per imparare al meglio e ai massimi livelli.. A me piace molto. Inoltre imparare dai grandi mi sta insegnando tantissimo. Ogni copia è per me come una lezione privata, ogni studio una conversazione sull’arte con , di volta in volta, Rembrandt, Velazquez, Ferri… Insomma, meraviglioso!
Disegnare questo cavallo di Roberto Ferri è stato impegnativo, tale e tanta è la bellezza dell’originale. Spero di esserci riuscita, almeno in parte..
Fondato nel 1871, il Salmagundi Club è un’organizzazione no profit ed una delle più antiche associazioni artistiche in tutti gli Stati Uniti.
Situato all’interno di un elegante edificio storico nel Greenwich Village, nel centro di New York, il Club offre programmi tra cui corsi d’arte, esposizioni, dimostrazioni di pittura e aste d’arte durante tutto l’anno per i soci e per il pubblico.
Il Salmagundi Club include tre gallerie, una biblioteca, un elegante salotto d’epoca e un ristorante e bar con tavoli da biliardo d’epoca. Tutte le strutture sono a disposizione per eventi speciali e affitti privati.
Il Club possiede una collezione di oltre 1500 opere d’arte che copre la sua storia di 140 anni e ha una adesione di circa 850 artisti e committenti. Tra i suoi membri ci sono stati importanti artisti americani come Thomas Moran, William Merritt Chase, Louis Comfort Tiffany, N.C. Wyeth e Childe Hassam. Oggi il Club si basa su questa eredità, fornendo un centro per la rinascita dell’arte figurativa in America.
La storia del Salmagundi Club
Il Salmagundi Club è nato nel 1871 da uno schizzo nello studio di Johnathan Scott Hartley che nel 1917 acquistò questa casa della metà del XIX secolo come la sua seconda casa. Fu citata nel 1957 per la sua particolarità architettonica dalla Society of Architectural Historians e dalla Municipal Art Society.
Originariamente costituita come Salmagundi Sketch Club nel 1871, il Club ha adottato il suo nome attuale un centinaio di anni fa, dopo che Washington Irving pubblicò il suo pot-pourri di spirito e di saggezza intitolato “The Salmagundi Papers”. Il nome serve anche per la sala da pranzo del famoso “Salmagundi Stew“.
Il Club promuove un clima di convivialità che incoraggia discussioni sull’arte e altri argomenti e porta ad amicizie durature sia tra i membri artisti e committenti. Mentre i membri sono soprattutto i residenti della zona dei tre Stati, i Salmagundian si trovano in tutti gli Stati Uniti e il Canada, così come in luoghi lontani come Londra, Amsterdam e Lisbona.
Nel corso degli anni il club è stato il luogo di ritrovo singolare per grandi artisti come Childe Hassam, William Merritt Chase, Howard Pyle, N.C. Wyeth, Louis Comfort Tiffany, Ogden Pleisner e molti altri. I soci onorari hanno incluso luminari come Sir Winston Churchill, Buckminister Fuller, Paul Cadmus, Al Hirschfeld, Thomas Hoving e Schuyler Chapin.
A breve farò la traduzione e trascrizione in italiano di un’interessante intervista a Tim Newton, Presidente del Salmagundi Club.
MEAM sta per “Museo Europeo di Arte Moderna“. Jose Manuel Infiesta è il suo direttore. Questa è un intervista risalente al 2015 (ma con tematiche assolutamente attuali).
Il MEAM è un museo speciale, si trova in una delle tortuose strette stradine del centro storico di Barcellona. La sede è un magnifico palazzo storico, il Palau Gomiz, nel quartiere Sant Pere, Santa Caterina i la Ribera-Born, stesso quartiere del Museo Picasso.
E’ super consigliata una visita. E sapete perchè?
Perchè le persone che entrano a visitare questo museo assolutamente unico nel panorama europeo, ne escono con un’idea del tutto nuova e più completa di Arte Contemporanea.
Molti hanno ancora un’idea novecentesca di Arte Contemporanea (Arte Concettuale, Astratta, ecc.) . La scena mondiale però, nel frattempo, è cambiata. Giovani artisti emergenti stanno realizzando opere di altissimo valore artistico nel pieno rispetto della tradizione classica figurativa. Il MEAM rappresenta questa Arte e questi Artisti.
Guardate voi stessi il video con l’intervista al direttore del MEAM, Jose Manuel Infiesta e/o leggete la mia traduzione in italiano. Ve ne renderete conto voi stessi!
Trascrizione Intervista a JOSE MANUEL INFIESTA:
“Tutto quello che mi interessa nella vita è l’Arte.
L’Arte è un concetto molto ampio. Per me Arte sono l’Architettura, la Scultura, la Musica, la Danza, la Letteratura, la Filosofia.. Dunque il concetto di Arte comprende molti campi. La riduzione del concetto di Arte solo alla Pittura per me è troppo limitato. Quando uno ha in sè questo genere di pulsione la realizza o la valorizza in molti campi.
Il MEAM è un’altra cosa. Il MEAM nasce grazie alla Fondazione delle Arti e degli Artisti che nasce nel 2005. La Fondazione si propone di sostenere e aiutare gli Artisti Figurativi.
Perchè gli artisti figurativi?
Perchè noi pensiamo che nel XX Secolo l’Arte sia caduta preda degli speculatori finanziari.
Questo è tanto vero che poterono persino scegliere un artista sconosciuto come Pablo Ruiz Picasso e renderlo famoso. E con lui riuscirono a costruirsi delle fortune.
Picasso è un Dio. Non ci sono dubbi che sia un Dio e che sia un grande artista
Ma non ci sono neanche dubbi sul fatto che sia un prodotto finanziario creato dal grande Capitale e dai grandi gruppi. Senza Daniel Henry Kahnweiler e soprattutto senza Gertrude Stein, Picasso non esisterebbe. Questo non è per sottovalutare Picasso, che ebbe la capacità di evolversi lungo un cammino che per me è sbagliato. Ma queste sono sempre opinioni personali, no?
Dunque, in qualche modo, la nostra Fondazione è nata proprio perchè c’è un’intera generazione di artisti che non sono stati in grado di entrare in questo mondo (nel mondo dell’Arte) solo perchè la loro Arte non rientra nell’ambito di ciò che interessa a questi mercanti.
Al contrario, noi pensiamo che questi Artisti abbiano una qualità straordinaria.
La nostra missione è difendere il concetto di Arte come un ritorno all’Arte che rispetta la tradizione, che rispetta la storia e che però fa anche un passo avanti e parla il linguaggio del XXI secolo.
In qualche modo per noi il MEAM è la casa degli Artisti, l’abbiamo sempre detto.
Quello che il MEAM sta raggiungendo, non solo in Spagna ma soprattutto fuori dalla Spagna, è creare la consapevolezza che c’è una nuova generazione di Artisti. In altre parole, stiamo creando la generazione di artisti del XXI secolo. Una generazione di artisti che ha rotto con tutto quello che il XX secolo ha offerto, che ha rotto con i poteri che hanno fatto parte del mondo dell’arte.
La maggior parte degli artisti che vedrete esibiti qui al MEAM hanno 25, 30, 35 anni.
Ho visto persone lasciare il Museo (il MEAM) in lacrime e dire che erano stati i migliori 9 euro che avessero mai speso nella loro vita. O persone dire che (grazie al MEAM) avevano fatto pace con l’Arte Contemporanea perché, prima, non sapevano che tutto ciò esistesse. Questi commenti sono all’ordine del giorno. “E’ il miglior museo che abbia mai visto“.
Ovviamente non è il miglior museo che c’è. Neanche alla lontana. Però sicuramente è quel museo che, quando entri, attrae più la tua attenzione e che ti offre un fattore di “Novità”.
Io non sto dicendo che questo dipinto sia meglio di un Rubens. Non è possibile.
Però magari io conosco già Rubens e dunque il fattore “Novità” non esiste, esiste solo il fattore “Qualità”. E nei lavori che sono esposti qui c’è un fattore “Novità” che ci fa dire: Signori, c’è un altro modo di fare/capire l’Arte dei nostri tempi, nel 2015, non nel 1990.. nel 2015, che non raggiunge il pubblico. E perchè non lo raggiunge? Perchè le operazioni economiche sono organizzate e focalizzate su altro.
In un tempo in cui grande valore viene dato ai lavori di Tàpies o Mirò, se si paragonassero questi lavori con altri artisti che non hanno valore economico ma che forse valgono molto di più artisticamente, molti cliché e molti tabù potrebbero venire demoliti.
Per me, avere o no la critica dalla nostra non è il punto. E’ una questione di concetti distinti.
Il loro concetto di Arte Contemporanea è che non deve essere comprensibile al pubblico, che deve essere noiosa, che deve essere..
Non ha niente in comune con questo dipinto (lo indica). Non è questione di ricevere o no una critica. Sono proprio due mondi che non si toccano.
Per esempio, non c’è connessione tra il MACBA (Museo di Arte Contemporanea di Barcellona) e il MEAM. Per me il MACBA è un grande spazio vuoto, che non contiene Arte dentro. E’ una scatola vuota. Il Guggenheim è una scatola spettacolare, è una meraviglia architettonica ma è vuota.
Per loro il MEAM contiene un eccesso di opere d’arte che, per di più, neppure apprezzano.
Sono mondi che non hanno nulla a che spartire uno con l’altro.
Noi non possiamo esporre all’ARCO. Nessuno degli artisti che sono esposti al MEAM può esporre all’ARCO.
Perchè non possono?
Perchè se tutto ciò fosse esposto (se ciò che esponiamo al MEAM fosse esposto accanto alle loro cose), l’altro mondo cadrebbe.
In altre parole, non c’è paragone.
Uno stand che contiene un muro bianco e un dipinto bianco, uno sfondo bianco e una tavola bianca, dopo 50 anni a piazzare lo stesso stand, con la stessa tavola bianca, lo stesso dipinto bianco e lo stesso muro bianco.. annoia.
Al contrario, se vicino a questo, tu potessi vedere lavori di artisti che hanno una forza, un messaggio è un nuovo linguaggio.. Perchè ogni figura qui, per esempio la donna dipinta che sto guardando ora di fronte a me .. non poteva essere dipinta 40 anni fa. Il linguaggio è quello di oggi.
(ndt: Se tu potessi vedere esposti accanto al muro bianco, con tavola bianca e tela bianca, lavori di artisti che hanno una forza, un messaggio ed un nuovo linguaggio, l’altro mondo inevitabilmente cadrebbe).
Ma questo non significa dover rompere con il passato. Il nostro passato è la nostra ricchezza. Noi non saremmo nulla senza il passato.
L’Accademia (del MEAM) è un’iniziativa privata, di un artista del MEAM che la promuove. Il fatto è che improvvisamente, le persone realizzano che possono imparare a disegnare. E i risultati sono spettacolari. E’ sorprendente quello che le persone possono imparare in un anno mentre non lo apprendono in 5 anni di Università.
Dunque quali sono i concetti base dell’Accademia (del MEAM)?
Nessuno parla. Non c’è rumore. C’è disciplina. C’è un Orario (da rispettare).
Sono concetti che il mondo contemporaneo ha annichilito.
(…)
Prima di tutto devi imparare. Perchè se tu vuoi dare, prima devi ricevere, prima devi imparare.
Non ci sono artisti innati. Non ci sono geni innati. Il genio nasce dal lavoro duro, dalla ripetizione. Tutti lo dicono. Non esiste l’Ispirazione. L’Ispirazione nasce dalla costanza e dal lavoro. Anche Picasso lo diceva”.
Intervista con José Manuel Infiesta
Direttore del MEAM, Museo Europeo di Arte Moderna, Barcellona.
Traduzione in Italiano di Sara Calcagno
Sono benvenuti i vostri contributi per migliorare questa traduzione. Non esitate a contattarmi via email all’indirizzo sara.calcagno@gmail.com
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