MEAM sta per “Museo Europeo di Arte Moderna“. Jose Manuel Infiesta è il suo direttore. Questa è un intervista risalente al 2015 (ma con tematiche assolutamente attuali).
Il MEAM è un museo speciale, si trova in una delle tortuose strette stradine del centro storico di Barcellona. La sede è un magnifico palazzo storico, il Palau Gomiz, nel quartiere Sant Pere, Santa Caterina i la Ribera-Born, stesso quartiere del Museo Picasso.
E’ super consigliata una visita. E sapete perchè?
Perchè le persone che entrano a visitare questo museo assolutamente unico nel panorama europeo, ne escono con un’idea del tutto nuova e più completa di Arte Contemporanea.
Molti hanno ancora un’idea novecentesca di Arte Contemporanea (Arte Concettuale, Astratta, ecc.) . La scena mondiale però, nel frattempo, è cambiata. Giovani artisti emergenti stanno realizzando opere di altissimo valore artistico nel pieno rispetto della tradizione classica figurativa. Il MEAM rappresenta questa Arte e questi Artisti.
Guardate voi stessi il video con l’intervista al direttore del MEAM, Jose Manuel Infiesta e/o leggete la mia traduzione in italiano. Ve ne renderete conto voi stessi!
Trascrizione Intervista a JOSE MANUEL INFIESTA:
“Tutto quello che mi interessa nella vita è l’Arte.
L’Arte è un concetto molto ampio. Per me Arte sono l’Architettura, la Scultura, la Musica, la Danza, la Letteratura, la Filosofia.. Dunque il concetto di Arte comprende molti campi. La riduzione del concetto di Arte solo alla Pittura per me è troppo limitato. Quando uno ha in sè questo genere di pulsione la realizza o la valorizza in molti campi.
Il MEAM è un’altra cosa. Il MEAM nasce grazie alla Fondazione delle Arti e degli Artisti che nasce nel 2005. La Fondazione si propone di sostenere e aiutare gli Artisti Figurativi.
Perchè gli artisti figurativi?
Perchè noi pensiamo che nel XX Secolo l’Arte sia caduta preda degli speculatori finanziari.
Questo è tanto vero che poterono persino scegliere un artista sconosciuto come Pablo Ruiz Picasso e renderlo famoso. E con lui riuscirono a costruirsi delle fortune.
Picasso è un Dio. Non ci sono dubbi che sia un Dio e che sia un grande artista
Ma non ci sono neanche dubbi sul fatto che sia un prodotto finanziario creato dal grande Capitale e dai grandi gruppi. Senza Daniel Henry Kahnweiler e soprattutto senza Gertrude Stein, Picasso non esisterebbe. Questo non è per sottovalutare Picasso, che ebbe la capacità di evolversi lungo un cammino che per me è sbagliato. Ma queste sono sempre opinioni personali, no?
Dunque, in qualche modo, la nostra Fondazione è nata proprio perchè c’è un’intera generazione di artisti che non sono stati in grado di entrare in questo mondo (nel mondo dell’Arte) solo perchè la loro Arte non rientra nell’ambito di ciò che interessa a questi mercanti.
Al contrario, noi pensiamo che questi Artisti abbiano una qualità straordinaria.
La nostra missione è difendere il concetto di Arte come un ritorno all’Arte che rispetta la tradizione, che rispetta la storia e che però fa anche un passo avanti e parla il linguaggio del XXI secolo.
In qualche modo per noi il MEAM è la casa degli Artisti, l’abbiamo sempre detto.
Quello che il MEAM sta raggiungendo, non solo in Spagna ma soprattutto fuori dalla Spagna, è creare la consapevolezza che c’è una nuova generazione di Artisti. In altre parole, stiamo creando la generazione di artisti del XXI secolo. Una generazione di artisti che ha rotto con tutto quello che il XX secolo ha offerto, che ha rotto con i poteri che hanno fatto parte del mondo dell’arte.
La maggior parte degli artisti che vedrete esibiti qui al MEAM hanno 25, 30, 35 anni.
Ho visto persone lasciare il Museo (il MEAM) in lacrime e dire che erano stati i migliori 9 euro che avessero mai speso nella loro vita. O persone dire che (grazie al MEAM) avevano fatto pace con l’Arte Contemporanea perché, prima, non sapevano che tutto ciò esistesse. Questi commenti sono all’ordine del giorno. “E’ il miglior museo che abbia mai visto“.
Ovviamente non è il miglior museo che c’è. Neanche alla lontana. Però sicuramente è quel museo che, quando entri, attrae più la tua attenzione e che ti offre un fattore di “Novità”.
Io non sto dicendo che questo dipinto sia meglio di un Rubens. Non è possibile.
Però magari io conosco già Rubens e dunque il fattore “Novità” non esiste, esiste solo il fattore “Qualità”. E nei lavori che sono esposti qui c’è un fattore “Novità” che ci fa dire: Signori, c’è un altro modo di fare/capire l’Arte dei nostri tempi, nel 2015, non nel 1990.. nel 2015, che non raggiunge il pubblico. E perchè non lo raggiunge? Perchè le operazioni economiche sono organizzate e focalizzate su altro.
In un tempo in cui grande valore viene dato ai lavori di Tàpies o Mirò, se si paragonassero questi lavori con altri artisti che non hanno valore economico ma che forse valgono molto di più artisticamente, molti cliché e molti tabù potrebbero venire demoliti.
Per me, avere o no la critica dalla nostra non è il punto. E’ una questione di concetti distinti.
Il loro concetto di Arte Contemporanea è che non deve essere comprensibile al pubblico, che deve essere noiosa, che deve essere..
Non ha niente in comune con questo dipinto (lo indica). Non è questione di ricevere o no una critica. Sono proprio due mondi che non si toccano.
Per esempio, non c’è connessione tra il MACBA (Museo di Arte Contemporanea di Barcellona) e il MEAM. Per me il MACBA è un grande spazio vuoto, che non contiene Arte dentro. E’ una scatola vuota. Il Guggenheim è una scatola spettacolare, è una meraviglia architettonica ma è vuota.
Per loro il MEAM contiene un eccesso di opere d’arte che, per di più, neppure apprezzano.
Sono mondi che non hanno nulla a che spartire uno con l’altro.
Noi non possiamo esporre all’ARCO. Nessuno degli artisti che sono esposti al MEAM può esporre all’ARCO.
Perchè non possono?
Perchè se tutto ciò fosse esposto (se ciò che esponiamo al MEAM fosse esposto accanto alle loro cose), l’altro mondo cadrebbe.
In altre parole, non c’è paragone.
Uno stand che contiene un muro bianco e un dipinto bianco, uno sfondo bianco e una tavola bianca, dopo 50 anni a piazzare lo stesso stand, con la stessa tavola bianca, lo stesso dipinto bianco e lo stesso muro bianco.. annoia.
Al contrario, se vicino a questo, tu potessi vedere lavori di artisti che hanno una forza, un messaggio è un nuovo linguaggio.. Perchè ogni figura qui, per esempio la donna dipinta che sto guardando ora di fronte a me .. non poteva essere dipinta 40 anni fa. Il linguaggio è quello di oggi.
(ndt: Se tu potessi vedere esposti accanto al muro bianco, con tavola bianca e tela bianca, lavori di artisti che hanno una forza, un messaggio ed un nuovo linguaggio, l’altro mondo inevitabilmente cadrebbe).
Ma questo non significa dover rompere con il passato. Il nostro passato è la nostra ricchezza. Noi non saremmo nulla senza il passato.
L’Accademia (del MEAM) è un’iniziativa privata, di un artista del MEAM che la promuove. Il fatto è che improvvisamente, le persone realizzano che possono imparare a disegnare. E i risultati sono spettacolari. E’ sorprendente quello che le persone possono imparare in un anno mentre non lo apprendono in 5 anni di Università.
Dunque quali sono i concetti base dell’Accademia (del MEAM)?
Nessuno parla. Non c’è rumore. C’è disciplina. C’è un Orario (da rispettare).
Sono concetti che il mondo contemporaneo ha annichilito.
(…)
Prima di tutto devi imparare. Perchè se tu vuoi dare, prima devi ricevere, prima devi imparare.
Non ci sono artisti innati. Non ci sono geni innati. Il genio nasce dal lavoro duro, dalla ripetizione. Tutti lo dicono. Non esiste l’Ispirazione. L’Ispirazione nasce dalla costanza e dal lavoro. Anche Picasso lo diceva”.
Intervista con José Manuel Infiesta
Direttore del MEAM, Museo Europeo di Arte Moderna, Barcellona.
Traduzione in Italiano di Sara Calcagno
Sono benvenuti i vostri contributi per migliorare questa traduzione. Non esitate a contattarmi via email all’indirizzo sara.calcagno@gmail.com
RISORSE UTILI
Sito web del MEAM, Museo Europeo di Arte Moderna di Barcellona
Sito web della Fundacio de les Arts i els Artistas di Barcellona