Personalmente ho un debole per la pittura immersi nella natura. Mi piace svegliarmi all’alba. Prendere il mio cavalletto e il cesto con i colori e partire.
Risponde al mio bisogno di avventura e al mio bisogno di stare nel verde.
L’aria frizzante. Il silenzio. La sorprendente bellezza predominante ovunque su un’umanità addormentata. Come un’eroina romantica, io esco.. a caccia di bellezza.
Una mattina di pittura all’aperto è una delle esperienze più ispiranti per me. Circondata dagli alberi, dalle colline, dai fiori e dai cieli tersi o tempestosi, io mi sento davvero a casa. Immersa nella natura il mondo mi appare come dovrebbe essere.
Tutto ha un senso e tutto è armonia, fuori e dentro di me. Paradossalmente, solo quando sono lontano dall’umanità, mi sento davvero in comunione con essa. Sotto un cielo carico di stelle, di fronte ad un tramonto sul lago, guardando le montagne innevate o un campo di grano, mi sento persino vicino a quel Dio di cui tanto si sente parlare e in cui io non so se credo e mi avvicino all’essenza migliore di me.
E poi, quando sono di fronte ad un bellissimo paesaggio, nel cuore della campagna, con il mio cavalletto, la tela e la tavolozza pronta per essere riempita di colori, io mi sento in armonia con i pittori del passato che hanno affrontato le mie stesse sfide, si sono posti i miei stessi problemi e sono stati ispirati dalla stessa Natura. Ciò mi fa sentire meno sola e la considero una carezza da parte di Giganti ad una piccola allieva di oggi.
Le sfide della pittura en plein air
Dipingere a olio “en plein air” non è facile. La luce continuamente va cambiando sotto i nostri occhi e poche ore per realizzare un quadro ad olio sono una vera e propria gara contro il tempo.
E’ scomodo portarsi dietro tutta l’attrezzatura, spesso ci si dimentica qualche particolare fondamentale in studio.. e, una volta creata la nostra postazione, i possibili elementi di disturbo sono tanti: mi vengono in mente soprattutto i passanti (talvolta veri e propri stalker) ma anche le possibili inclemenze del tempo: rovesci improvvisi, vento forte, sole accecante. Ogni cosa è un potenziale nemico ed occorre sicuramente passione per la Natura, determinazione e, non ultima, una discreta dose di autoironia per accettare le continue sfide che la pittura en plein air ci propone.
Può capitare che, dopo un’intera mattinata di lavoro, il risultato in realtà sia una ciofeca. E’ sicuramente da mettere in conto.
In questi casi è utile ispirarsi a Rossella O’Hara e dirsi: Pazienza! Domani è un altro giorno! Oppure non andare da soli così, se non altro, si può ridere delle proprie disavventure in compagnia.
Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità di espressione e, per così dire, un’anima.
V.V. Gogh
Certo in studio tutto è più facile. Ciò che sbagliamo un giorno, lo rimediamo il giorno successivo. L’ambiente è il solito. Tutta l’attrezzatura è a disposizione. Non abbiamo ospiti inaspettati. Il tempo è tutto a nostra disposizione. Dopo revisioni innumerevoli, ci sono buone probabilità che riusciremo ad ottenere ciò che ci proponevamo all’inizio.
Ciò nonostante, a mio avviso, rinunciare alla sfida della pittura en plein air sarebbe un vero peccato. La pittura all’aperto è un tipo di pittura che ci mette costantemente a confronto con i nostri limiti e ci permette di stare in mezzo alla nostra grande Maestra: la Natura. Ciò non può che aiutarci a migliorare, sia come pittori sia come persone.
All’aria aperta, esposti al vento, al sole, alla curiosità della gente, si lavora come si può, si riempie il quadro alla disperata. Ed è proprio facendo così che si coglie il vero e l’essenziale questa è la cosa più difficile. Ma quando dopo un certo tempo si riprende lo stesso studio e si dispongono le pennellate nel senso degli oggetti è certamente più armonioso e piacevole da vedere, e ci si può aggiungere quanto si ha di serenità e di sorriso.
V.V. Gogh
…Mi sono ammalato nel momento in cui stavo facendo i fiori di mandorlo. Se avessi continuato a lavorare, puoi capire da solo che ne avrei fatti molti di alberi in fiore. E ora gli alberi in fiore sono quasi finiti, non ho proprio fortuna.
V.V.Gogh
Mio caro Theo, mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello quasi mi casca dalla mano; e ho dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la tristezza, l’estrema solitudine.
V.V.Gogh
Per quanto io ne sappia, in questo preciso momento storico, gli Americani sono maestri assoluti della pittura “Alla Prima” ed “En Plein Air”. Dico qualche nome che voi conoscerete sicuramente: Jeremy Lipking, Daniel James Keys, Michelle Dunaway e non posso non ricordare il benemerito pittore ottantenne Richard Schmid, colui che ha formato gli stessi Jeremy Lipking, Daniel J. Keys, Michelle Dunaway ed un nutrito gruppo di pittori che seguono il suo metodo e gli gravitano attorno. Penso soprattutto ai Putney Painters. Richard Schmid ha scritto un bellissimo libro sulla pittura dal vero, il cui titolo è “Alla Prima”. Una delle migliori opere mai scritte sulla pittura dal vero, un libro molto dettagliato e ricco di immagini.
Quando sento il bisogno di religione, esco di notte a dipingere le stelle.
V.V. Gogh
I grandi pittori en plein air nella Storia
Se si parla di pittura “en plein air” normalmente pensiamo subito agli Impressionisti e la nostra mente vola alla seconda metà dell’Ottocento, a Parigi, al Salon des Réfusées, agli splendidi paesaggi di Monet, ai suoi scorci della Costa Azzurra, ai suoi pini marittimi, ai suoi giardini in fiore, alle sue Ninfee, alla Cattedrale di Rouen dipinta a tutte le ore del giorno fino al sopraggiungere della sera. E poi che dire degli scorci campagnoli di Pissarro e agli indimenticabili quadri dipinti en plein air da Renoir, Cézanne, Sisley? L’Impressionismo ha prodotto una ingente quantità di opere d’arte che sono tuttora molto attuali e suscitano grande interesse per la bellezza e la poeticità dei soggetti, per la vivacità dei colori e delle luci.
Non posso non aggiungere un nome alla sopraccitata lista: Vincent Van Gogh. Van Gogh dipinse vibranti capolavori di pittura en plein air riuscendo a cogliere non solo l’essenza di ciò che aveva di fronte ma anche a riversare nel dipinto le proprie emozioni, prefigurando così l’Espressionismo e dando vita a quadri particolarmente intensi. Quando guardo i suoi Iris in fiore, ne sento quasi il profumo, ne tocco quasi le foglie e i petali e, nello stesso tempo, mi sembra di sentire anche l’inquietudine di colui che dipinse quel meraviglioso quadro, con così tanta irruenza e febbrili pennellate.